giovedì 25 agosto 2016

Intervista a Giulia Ross, autrice dei libri "Ho scelto te" e "Una notte per non dimenticarti"

Salve booklovers,
recentemente ho avuto l'onore e il piacere di intervistare  la giovane e talentuosa Giulia Ross, già autrice di due noti romanzi editi Newton Compton.
La sua prima pubblicazione risale all'anno scorso con il bestseller "Ho scelto te". Qualche mese fa, invece, è arrivato il suo secondo romanzo dal titolo "Una notte per non dimenticarti". Io l'ho adorato e vi consiglio vivamente di leggerlo, il perchè ve lo spiego dettagliatamente nella mia recensione, quindi se volete vi lascio il link -> qui.
Ma ora bando alle ciance e godetevi l'intervista!

Ciao Giulia e benvenuta su Books in Kensington Gardens. Prima di iniziare con le domande, ti ringrazio tanto per il tempo che ci concederai e soprattutto per esserti resa così disponibile.
 Grazie a voi della disponibilità e gentilezza! 

Allora Giulia, tu lavori nel campo della ricerca scientifica e allo stesso tempo coltivi, da sempre, la meravigliosa passione per la scrittura, che ora ti ha reso una brillante promessa del panorama narrativo italiano. Insomma, pubblicando con una casa editrice come la Newton Compton, sei stata in grado di tramutare una forte passione in un secondo lavoro. Come riesci a conciliare entrambe queste tue due occupazioni che almeno apparentemente sembrano così "diverse"? 

Per prima cosa ci vuole un po’ di organizzazione.  Il mio lavoro (ricercatore) ha il pregio/difetto degli orari “flessibili” che permettono, con un po’ di impegno, di trovare il tempo per scrivere nei momenti più svariati della giornata. Spesso pero’ ho utilizzato il tempo durante i viaggi in treno, facendo il pendolare per circa tre ore al giorno, ma mi è capitato di appuntare le idee anche tra un esperimento è l’altro.

Scrivere e fare scienza, come hai detto tu, “sembrano due cose diverse”. In realtà io ci trovo molti punti in comune. Al di là che i ricercatori sono sempre in corsa per scrivere e pubblicare le loro ricerche su riviste del campo, c’è molta creatività nello scoprire, nell’indagare un fenomeno scientifico e nell’evoluzione del pensiero quando ci si trova davanti a degli ostacoli.
Forse è proprio per quest’ultimo motivo che per me scienza e scrittura sono molto simili.

Prima di essere scrittori si è sempre anche grandi amanti della lettura. Tra quelli che hai letto, quali sono i libri o più in generale gli autori, che consiglieresti assolutamente di leggere almeno una volta nella vita?

Ho letto tantissimi libri di scrittori piu’ e meno conosciuti, ma l’autore che mi ha segnata di piu’ nel corso della mia vita è stato Carlos Ruiz Zafon. I suoi libri, le sue storie e il suo modo di scrivere mi hanno fatta  piangere, sognare, emozionare a livelli incredibili. “Marina” è il romanzo con cui mi sono definitivamente innamorata delle sue storie, ma le consiglio assolutamente tutte!
Un altro libro importante per me è stato “Lumina” di Kay Meyer: una storia che è riuscita a farmi sentire dentro al libro come poche altre. 

Una notte per non dimenticarti" è il tuo secondo romanzo. Hai già qualcosa di nuovo in cantiere? Se sì, orientativamente, quanto tempo potremmo dover aspettare per una nuova pubblicazione? 

Si’ ci sono diverse storie in preparazione, purtroppo pero’ non so dire quanto ci sarà da aspettare per leggerle. Vi terrò aggiornati.

Finora i tuoi due romanzi appartengono al genere Erotic Romance. Qual è, invece, il tuo genere letterario preferito?

Sono un’accanita lettrice di genere fantasy e la scienza non ha mai cambiato questo aspetto di me, in fondo i miei animali preferiti sono ancora i draghi.
Scherzi a parte , dopo il fantasy, leggo molti thriller e romanzi d’amore.

In "Una notte per non dimenticarti" si narra di una storia davvero particolare. Come già scrissi, in precedenza, nella mia recensione, non c'è nulla di scontato o in qualche modo "già sentito"... ci sono stati avvenimenti o situazioni, nel corso della tua vita, che hanno ispirato questo romanzo? E più in generale, com'è nata la storia di Sylvia e Raphael?

Riguardo ad avvenimenti della mia vita, direi che si riconducono principalmente agli aspetti lavorativi in laboratorio e all’amore per la città di Vienna che ho avuto la fortuna di visitare già due volte.
La storia di Sylvia e Raphael è nata invece in Germania, durante un congresso a Heidelberg proprio all’EMBL, dove mi trovavo per una flash presentation. Li’ ho incontrato moltissime persone tra cui proprio le due che mi hanno ispirato i personaggi  di Raphael e Marian. 

Ho trovato in Sylvia un personaggio dalla personalità non sempre propriamente palese, ma si intuisce facilmente che dietro ogni suo gesto o scelta (anche i più avventati) c'è sempre una motivazione da ricercare. Quanto c'è realmente  di te in questo personaggio? 

Proprio questo aspetto: nella mia piccola esperienza di vita ho imparato a non dare mai nulla per scontato. Il mio lavoro ma anche il mio carattere mi portano sempre a farmi delle domande e a ricercare più a fondo il significato di una parola, di un gesto , di una determinata reazione a trecentosessanta gradi.  Stessa cosa al rovescio: prima di fare qualcosa mi faccio sempre mille domande, cerco di guardare a tutte le possibilità e a ponderare bene le parole e azioni per sensibilità verso la persona che ho di fronte.

 Ora veniamo al mio personaggio preferito: Raphael. Bello, avvenente, amorevole, dalla forte personalità... insomma sono tanti gli aggettivi positivi che potremmo attribuirgli.
Mi piacerebbe sapere a chi ti sei inspirata per costruire questo personaggio, sia caratterialmente che fisicamente.

Come accennavo prima mi sono ispirata a un medico ricercatore che incontrai a Heidelberg al congresso EMBL 2014. Cosa mi ha ispirato di lui per costruire il personaggio di “Raphael”: innanzi tutto l’aspetto e i tratti mezzi orientali che lo caratterizzavano, lo rendevano davvero speciale. Ma più di tutto è stato il suo atteggiamento e il modo di muoversi a ispirarmi quello che è diventato poi il personaggio di Raphael. L’eleganza, la freddezza, l’estrema professionalità. Il tono di voce profondo, i sorrisi appena accennati ma decisamente affabili che mi hanno fatta pensare quindi ad una persona decisa, appassionata, sicura di sé ma anche dolce e protettiva.

Il romanzo ha un titolo davvero intrigante. "Una notte per non dimenticarti" suscita sicuramente molta curiosità. Hai avuto le idee chiare sul titolo fin dall'inizio? O è arrivato col tempo?

Il titolo che avevo dato io  alla storia era semplicemente “Raphael”. Il titolo “Una notte per non dimenticarti” è stato ideato e scelto dalla Newton Compton e io ne sono stata entusiasta fin dal primo momento. L’ho trovato perfetto non solo per come si svolge la storia di Sylvia e Raphael, ma anche perché ho sviluppato la prima bozza della storia proprio la sera/notte di ritorno dalla Germania dopo il congresso EMBL quindi mai titolo poteva essere più azzeccato!

Anche se credo che il libro abbia un finale perfetto, non ti nego che noi lettori potremmo sperare in un continuo. Pensi che la storia di Sylvia e Raphael, in futuro, potrebbe mai avere un seguito o credi che questa sia già una giustissima conclusione?

Una parte di me sta lottando per scrivere ancora di Sylvia e Raphael per quanto la loro storia non fosse nata con l’idea di un secondo capitolo...
Con sincerità dico che in questo momento non mi sento ancora in grado di scrivere una duologia/trilogia, quindi per quanto stia appuntando idee per un sequel sia di “Una notte per non dimenticarti” che del mio primo libro (“Ho scelto te”), credo che ci vorrà un po’ di tempo per realizzarli.


Bene, le domande finiscono qui, ti ringrazio nuovamente per tutto. Sappi che è stato un piacere immenso conoscerti. Sei una persona meravigliosa e ti auguro sinceramente di poter continuare a vivere al meglio questo tuo fantastico sogno!

Grazie a voi della vostra recensione, del vostro supporto e degli splendidi auguri che stringo forte forte in un abbraccio!
A presto, spero, con una nuova storia!




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